LA TREVISO- OSTIGLIA E ALTRE STORIE VICINE
Introduzione
La Treviso-Ostiglia, la vecchia linea ferroviaria che congiungeva Ostiglia (MN) con Treviso, ha perso il suo respiro di ferro. Da anni, dal suo abbandono, al ferro e all’odore acre del carbone delle vecchie locomotive che di qui passavano, si sono sostituiti gli effluvi di passeggiatori seriali con cani al seguito e le spinte sui pedali di ciclisti veloci, veloci come il treno. Oggi “l’Ostiglia” è divenuta una siepe ambo i lati, una lunghissima siepe interrotta qua e là, ma che si snoda per una ottantina di chilometri per la verità quasi sempre uguali. Quasi una metafora delle lunghe distese di campi coltivati tutti uguali nella bassa padana e che osservavamo con il naso appiccicato ai finestrini del treno, quei finestrini per cui aveva ancora un senso scrivere in maniera minacciosa: “non gettare alcun oggetto dal finestrino”. A prima vista un viaggio quasi sempre uguale a se stesso, dritto e rallentato ogni tanto dalle intersezioni con le strade che la attraversano.
La provai tutta un tempo quando mi recai per di lì a Mantova in bicicletta partendo da Treviso. E fu’ lì in un afflato di noia da rettilineo che mi venne in mente di raccontare la storia di “questo rettilineo” in maniera alternativa.
La ciclabile attraversa posti belli, sentieri che ci camminano attorno, fiumi, fossi, ville e antiche case coloniche. Andiamo a raccontare anche tutto questo.
La mia proposta è di immaginare questo viaggio a tappe (circa 30 km per ognuna andata e ritorno tutto compreso). Ok allora, bici in spalla, e attenti ai cani e ai guinzagli generosi dei loro disattenti padroni!
Buon viaggio … ciuf ciuf!!
LE TAPPE
La Ferrovia e la sua storia
Le prime idee di una linea che collegasse Ostiglia a Treviso risalgono al 1887 con lo scopo di collegare Bologna al confine con l'Austria in caso di conflitto. Tuttavia, l'Italia preferì in quel periodo accantonare il progetto per evitare di pregiudicare i buoni rapporti con l'Austria e con la Germania. L'idea fu ripresa da alcuni parlamentari, quali Leone Wollemborg e Gian Giacomo de Félissent nel 1908 i quali evidenziarono i vantaggi strategici militari, economici e commerciali di tale linea soprattutto per i territori interessati. Wollemborg propose di far passare la ferrovia per Ostiglia, Legnago, Montagnana, Camposampiero e infine Treviso. Ma la realizzazione della linea era ancora lontana. Da quella data nacquero accesi dibattiti fra i comuni interessati, i quali proponevano tracciati diversi.
Nel 1911 la direzione delle ferrovie fu autorizzata ad eseguire lo studio definitivo per il progetto dell'Ostiglia-Treviso. Nel 1914 il Governo dichiarò che la ferrovia avrebbe avuto uno scopo principalmente militare. Ne conseguì un tracciato indipendente dalle altre linee ferroviarie e che, anziché passare da Bevilacqua e Montagnana come da proposta di Wollemborg, passa da Minerbe e Cologna Veneta. Il tracciato era lungo 116 chilometri.
I lavori del primo tronco (Legnago-Cologna Veneta) terminarono nel 1925. Tre anni dopo venne terminato anche il tratto Cologna Veneta-Pojana di Granfion (poi diventata Grisignano di Zocco). Nel 1934 Legnago venne collegata a Ostiglia, mentre l'ultimo tronco, da Grisignano di Zocco a Treviso, venne terminato solo nel 1941. Due anni dopo, iniziarono però a sentirsi gli effetti della guerra.
La linea venne usata dai tedeschi per la deportazione degli ebrei grazie al suo tracciato orientato verso il confine nord-orientale e alla lontananza da grandi centri abitati. Nel 1944 l'esercito alleato iniziò a bombardare tutta la linea. In particolare l'ultimo tratto aperto, da Grisignano di Zocco a Treviso, fu danneggiato al punto da non essere più riutilizzato dopo la guerra.
Da qui inizia il declino della linea.
I ponti vennero ricostruiti, così come le stazioni. Ma ormai, mutilata dell'ultimo tratto, non durò ancora molti anni. Nel 1965 venne chiusa la tratta Ostiglia-Legnago, e nel 1967 toccò al tronco Cologna Veneta-Grisignano di Zocco. Questo declino è dovuto anche alla sostituzione, sempre maggiore, del trasporto ferroviario a favore del trasporto su strada. Il tratto Legnago-Cologna Veneta è rimasto aperto per fini industriali fino al 1988 circa, ma la dismissione arrivò solo nel 2014 anche se la linea venne disarmata nel 1997.
Da allora, alcuni comuni hanno pensato di cancellare un bene storico-culturale importante costruendo strade di dubbia utilità. D'altro canto, altri comuni, supportati da associazioni e comitati locali, hanno proposto la realizzazione di una pista ciclo-pedonale che colleghi così tutto il veneto lungo questa diagonale. Il progetto della ciclabile, nato successivamente alla dismissione della ferrovia, è stato sostenuto dall'interessamento della FIAB e da svariati comitati a favore del progetto, nati nei luoghi interessati dal passaggio della ciclabile.
(Materiale tratto da http://www.federicocarbonini.it/storia/).
E allora partiamo!