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IL CUROGNA E IL PONTICELLO

Caratteristiche tecniche del percorso  Lunghezza : 22 km    Difficoltà : facile     Stagioni:primavera ed estate.

Il Curogna

Il torrente Curogna è un corso d'acqua lungo circa 11 km. Nasce in comune di Cavaso del Tomba. Attraversa Obledo e Caniezza, per poi accogliere le acque del torrente Ponticello. Subito dopo, in località Le Musse, scorre nelle vicinanze dell'omonima cava. Dopo aver toccato l'abitato di Curogna, raggiunge Onigo, dove si getta nel Piave.

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Il Ponticello

Torrente anche questo di qualche chilometro appena (sono 9 km) che nasce a Possagno, sui colli appena sopra la Contrada Vardanega. Chiude la sua breve corsa buttandosi sul Curogna.

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IL BRENTELLA E IL CUROGNA: ACQUA SU ACQUA E LE TERZE PORTE

Poco prima di finire la sua corsa sul Piave, il Curogna viene poi “scavalcato" dalla Brentella di Pederobba. L'incrocio tra Brentella e Curogna ha rappresentato a lungo una problematica: le acque del torrente erano necessarie per alimentare il canale, ma al contempo bisognava impedire che, durante le piene, il primo potesse riversare nel secondo ghiaia e detriti; per ovviare a ciò, furono costruite delle paratoie, dette porte. Questo scavalco oggi avviene tramite un ponte-canale realizzato nel 1903. Ma prima di questa soluzione vi erano le cosiddette “TERZE PORTE”. Si trattava di un antico manufatto costruito del 1577 che serviva a regolare le acque del Canale Brentella. Nei documenti  è indicato come “terze porte” perché era il terzo manufatto regolatore a partire dalla presa d’acqua del canale, situata a Pederobba. Per evitare che le acque impetuose del torrente Curogna si riversassero nel canale introducendovi ghiaia e detriti si chiudevano semplicemente le porte.

Il ponte canale. Un’altra soluzione fu quella del ponte-canale sopra il quale passavano le acque del Curogna, ponte dotato sulla sponda di una porta per alimentare la Brentella, che scorreva sotto. Oggi il canale attraversa il Curogna più a valle, con un ponte-canale in cemento armato costruito nel 1903. Le acque del Curogna non vengono più intercettate; la grande curva a gomito del vecchio alveo e le terze porte sono state abbandonate.

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Prendiamo quindi la nostra bicicletta! Il punto di partenza è posto a Caniezza, in via Caldoie nei pressi della chiesetta di Santa Maria Maddalena. E' poco sopra questa chiesa che il Curogna inizia il suo corso, subito molto ripido. Siamo esattamente in località Obledo.
Oratorio di Santa Maria Maddalena. In località Obledo è citata in catasto nel 1475 e conserva all'interno un pregevole affresco del 1541 opera di Francesco da Milano
ORATORIO DI SANTA MARIA MADDALENA.JPG
Diamo ora le spalle alla chiesetta e scendiamo giù per circa 70 metri. Di fronte a noi una bellissima fontana dalla forma ottagonale
ESAGONI
Guardando ora alla nostra sinistra e qualche metro più avanti ad una fontana, noteremo lo scorrere ripido del Curogna appena nato.
INIZIO
Un percorso ciclo pedonale ci permetterà di affiancarne il corso in ripida discesa per circa 800 metri sino a che finita la discesa ci addentriamo a sinistra in un parcheggio. Lo superiamo ed ecco che poco più avanti siamo nei pressi della piazza di Caniezza.
CANIEZZA

Pedaliamo ora sulla piazza uscendo in fondo a destra e attraversiamo la strada. Siamo ora di fronte al Piazzale del Municipio. Pedaliamo ancora in direzione sud per qualche metro e quindi notiamo sulla sinistra una piccola discesa. La prendiamo. La via assume il nome della piazza e cioè Piazza XIII Martiri. Scendiamo su questa via stretta per circa 150 metri e quindi teniamo la destra su via Marconi

VIA MARCONI
Pedaliamo per altri 250 metri e quindi andiamo a sinistra costeggiando la vecchia filanda di Caniezza. Ci giriamo proprio attorno, all'inizio in leggera salita e quindi svoltiamo a destra. E' qui nei pressi di un supermercato che terremo ancora la destra fino ad uscire in via Decumana e quindi svoltare a sinistra in direzione sud. Proseguiamo ancora per altri 250 metri sino a svoltare a destra sulla principale. La strada è ampia ma molto frequentata, per cui, attenzione! Siamo ora in direzione Possagno. Dobbiamo andare a vedere i luoghi in cui nasce il Ponticello. Procediamo quindi sulla principale per circa 900 metri, quindi alla rotonda teniamo la destra e proseguiamo per altri 50 metri. Svoltiamo ora a destra in via Morera. La strada comincia a salire. Pedalato in salita per circa 800 metri siamo ora in centro a Possagno.
VERSO POSSAGNO - VIA MORERA

Se andiamo a destra siamo molto vicino ai luoghi del Tempio di Canova. Noi però andiamo a sinistra su viale Antonio Canova e pedaliamo per altri 700 metri sino a svoltare a destra e in salita in via Europa. Fatti circa 500 metri e nei pressi di un piccolo parco siamo nei luoghi in cui il Ponticello nasce ( per la verità qualche centinaio di metri più a nord, ma i luoghi non sono raggiungibili in bicicletta).

PONTICELLO AGLI INIZI
Invertiamo ora la marcia e scendiamo ora in contrada Broi. Facciamo circa 600 metri e quindi a destra e quindi a destra su via Molinetto. Altri 100 metri e quindi a sinistra. Bella la dolce contrada che ci si apre di fronte.
CONTRADA BOI
Scendiamo ora per circa 600 metri ( siamo nei pressi della fornace ) e poi a sinistra. Attraversiamo il ponte sul Ponticello e quindi poco oltre una chiesetta: la chiesa di Sant'Antonio da Padova.
CHIESA DI SANT'ANTONIO DA PADOVA.JPG
Teniamo ora la destra sulla principale. Avanti per altri 700 metri e quindi alla rotonda teniamo la destra. Ora in leggera discesa per altri 600 metri e quindi a sinistra e in salita su via Pascoli. Ci stiamo dirigendo tra curve e boschi in località Costalunga.
VERSO COSTALONGA
Pedalato per circa 1,2 km, siamo in località Costalunga.
COSTALUNGA
COSTALUNGA
Una volta giunti in cima teniamo la sinistra in via Costalunga e scendiamo per circa 600 metri sino ad uscire in via Lerina. Ora a sinistra e quindi subito a destra sullo sterrato. Ciò che scorre alla nostra sinistra ora è il Ponticello.
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Ora la strada è sterrata e scorre accanto alle acque del ponticello per circa 1,6 km. Eccoci quindi ad un ponte sulla nostra sinistra. Ci passiamo sopra e proseguiamo sullo sterrato ancora per circa 500 metri. Ora a destra per altri 500 metri ed eccoci a trovare le acque del Ponticello, questa volta da attraversare. Ora abbiamo due soluzioni: una invernale ed una estiva direi.  Quella invernale prevede di recarci ancora a destra per qualche metro e attraversare il torrente su un ponticello. Quella estiva, prevede il guado del torrente direttamente.
GUADI
In ogni caso ci troveremo ad uscire sulla pericolosa regionale. Si va a destra facendo grande attenzione e si pedala per circa 3 km.
REGIONALE E PEDEROBBA
Ora finalmente possiamo abbandonare la regionale e andare quindi a destra in via Caolonga.
VIA CAOLONGA
Si pedala su via Caolonga per circa 500 metri e quindi si va a destra in via della Martinella. Seguiamo la strada per 1,5 km ed entriamo a sinistra in via Rigai. Stupenda via prima in discesa e quindi in salita in mezzo a un rigoglioso bosco. Siamo dopo 500 metri a Curogna. Lì giriamo a sinistra su via Curogna.

CUROGNA

Il borgo prende il nome dal torrente omonimo che attraversa la Valcavasia e che ricevendo il Ponticello scendendo da Caniezza, va a confluire sul Piave. Il fatto che la chiesa fosse dipendente dal monastero di Nervesa, fa pensare che si tratti di un borgo che si è sviluppato per bonifica in uno dei pochi siti che il fondovalle della Valcavasia consentiva di rendere abitabili. Curogna, posta quasi all’ombra delle rovine del castello di Onigo, è il nucleo abitato che si stende nella parte più interna e remota di questa zona ancor oggi raggiungibile da una sola strada che si stacca dalla Feltrina, ovvero via Curogna.

Lasciamo ora Curogna tenendo sempre via Curogna in leggera discesa e per circa 2,4 km sino ad uscire girando a destra in via Case Rosse. Stiamo entrando verso il centro di Onigo. Di lì a 500 metri, ci siamo. Superiamo la piazza e ancora avanti per 200 metri, quindi a sinistra su via Piave. Pedalato per altri 350 metri, ecco di fronte a noi la parrocchiale di Onigo.

LA CHIESA PARROCCHIALE DI ONIGO

… è da un po’ che all’orizzonte il mio sguardo punta a questo campanile così tozzo e così imponente a dominare la pianura…

CAMPANILE ONIGO
CHIESA DI ONIGO

La parrocchiale di Onigo, citata nel 1152  come “Pieve di S. Zenone di Rovigo con le sue cappelle” e nel 1467 “S. Zenone da Vonico”, fu consacrata nel 1776 col nome di “S. Zenone e S. Maria Immacolata”, come si legge nella lapide sulla facciata. Restaurata nel 1845-55, fu riconsacrata nel 1909, distrutta nella Grande Guerra, ricostruita nel 1923-24 in stile neoclassico e riconsacrata nel 1984.

La chiesa ha tre navate con colonne corinzie e tre altari dedicati a S. Zenone e Maria Immacolata, alla Beata Vergine del Rosario e alla Beata Vergine del Carmine. L’affresco con “Carità di S. Zeno” è opera di Antonio Marcato ed è del 1858. Notevoli sono la vasca battesimale datata 1422 e una statua della Madonna del Rosario in legno, attribuita alla scuola del Brustolon. Il campanile  invece, risale alla metà dell’800. 

 

Teniamo la principale e andiamo a destra ora, avanti per circa 150 metri e giriamo a sinistra in via Rive. Ancora 400 metri circa e passiamo sopra un ponte che passa sopra la feltrina e poi sopra la linea ferroviaria. Altri 100 metri ed eccoci in una splendida borgata ricca di antichi richiami e suggestivi scorci. Siamo nei pressi di casa Partili.

CASA PARTILI

CASA PARTILI
Si tratta di un edificio signorile del XVIII secolo. Siamo in località Rive,  precisamente al civico n. 44, lungo la strada che conduce in prossimità di uno dei più antichi luoghi di approdo al fiume Piave. La facciata principale non visibile dalla strada è rivolta ad sud-est sul brolo. Non abbiamo purtroppo notizie storiche fondate sull’uso e la esatta data di costruzione di questo bel edificio.
Ora, circa 50 metri dopo, attraversiamo il ponte sul canale Brentella e andiamo subito a sinistra sullo sterrato. Pedaliamo a bordo canale per 250 metri e quindi giù a destra in una stradina stretta ed in discesa. Teniamo la principale, transitiamo a bordo si un prato e poi ancora dentro il bosco. Poco oltre, ecco i luoghi in cui il Curogna chiude la sua corsa, incrociando le sue acque con il grande Piave. Qui si chiude la nostra pedalata.
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CUROGNA ALLA FINE (3).jpg
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