IL MUSON VERSO LA SORGENTE
Caratteristiche tecniche del percorso
Lunghezza :19,5 km.
Difficoltà : facile
Stagioni:primavera ed estate.
Siamo a Loria in via Bassa sul lato sinistro del fiume… un tratto davvero bello e “ ben tenuto” all’interno del cosiddetto Sentiero degli Ezzelini.
Così per circa 500 metri sino ad uscire su via Callalta ove gireremo a destra per 50 metri circa e quindi giù a sinistra. Sarà fondamentale in questi tratti seguire sempre le indicazioni che segnalano “Sentiero degli Ezzelini”, in quanto passeremo spesso da una sponda ad un’altra. Fatti altri 400 metri circa e dopo aver superato sulla nostra sinistra il piccolo ma suggestivo parco del Muson, attraverso un ponte passiamo sulla riva destra del fiume. Facciamo così circa 1,5 km, e qui, almeno per adesso si ferma il sentiero lungo il fiume. E’ tempo di cercare alternative. Le troviamo così: usciamo su Via 13 aprile, e sfruttando per alcuni tratti una ciclabile giramo a sinistra e procediamo per circa 500 metri sino a Via Fonte che prenderemo girando a destra. Facciamo circa 1,5 km sino ad uscire su via Castellana. Facciamo neanche 100 metri e subito a destra ecco una stradina sterrata scendere alla nostra destra.
Ci stiamo per inoltrare in una delle campagne più “selvagge” dell’intera zona. Una cavalcata in stagione tra file infinite di mais. Il nostro viaggio prosegue tra queste vedute per circa 1,1 km sino a giungere, sempre sullo sterrato ad un piccolo incrocio. Noi lì teniamo la destra. Facciamo altri 250 metri circa e dopo aver notato sulla nostra destra una casa diroccata.
Saliamo su un ponte. Abbiamo ritrovato il fiume… almeno così pare subito; no siamo su un nuovo corso d’acqua, il Lastego!
Passiamo il ponte e procediamo e via per colori nuovi!
Seguiamo la strada ancora (con molta pazienza per il nostro olfatto… allevamenti di maiali e relativi odori non danno tregua purtroppo) per 1,7 km ( siamo in Via Lastego). Giriamo allora a destra e procediamo per circa 600 metri. Poco dopo alla nostra sinistra ecco il nuvo contatto con il torrente Muson. Giriamo quindi a sinistra. Facciamo un altro chilometro e mezzo e quindi all’incrocio giriamo a destra e quindi dopo appena 50 metri ancora a destra. Facciamo altri 250 metri e all’altezza di un capitello votivo ancora a destra. Siamo in Via Musone. Facciamo via Musone per circa 200 metri e quindi giramo a destra. Passiamo un ponte ( questa volta il fiume è il Muson), altri 300 metri e quindi a destra su via della Sega. Altri 300 metri e quindi a sinistra per altri 200 metri. Siamo all’incrocio con Via Faller ove gireremo a sinistra. Da qui, in una piacevole pedalata e per circa 1 km, sino a giungere alla statale all’altezza di un capitelo votivo che ci lascia intravedere i primi accenni di Asolo sulla destra.
Giriamo a destra e quindi procediamo con molta attenzione sulla statale per circa 400 metri. Alla rotonda giriamo a sinistra e via verso Pagnano. Facciamo circa 500 metri e quindi all’altezza della indicazione che segue ci liberiamo della provinciale girando a sinistra. Procediamo su Via Santa Margherita per circa 200 metri, attraversiamo un ponte e teniamo la sinistra per altri 300 metri sino all’incrocio ove gireremo a destra all’altezza di un capitello votivo. Procediamo su via Bosco per circa 600 metri e all’incrocio giriamo a destra.Siamo ora su via Gasparona… in direzione del centro di Pagnano. Procediamo per circa 500 metri e quindi alla nostra sinistra in salita verso la chiesa.
Ed ecco tutto lì intorno… siamo nel centro storico di Pagnano di Asolo.
PAGNANO DI ASOLO
Sorge su una conca a nord-ovest di Asolo. Il suo territorio si estende alla destra del Musone (che qui accoglie le acque del torrente Erega) e si caratterizza per la presenza di modesti rilievi collinari, culminanti nei 176 m s.l.m. del colle Cogorer.
Storia, un po’ di storia! La civiltà ha fatto la propria comparsa a Pagnano in tempi remoti, come testimoniano i reperti archeologici risalenti alla preistoria. La zona era infatti ideale per l'insediamento umano, favorita dal passaggio dei due corsi d'acqua e, durante il periodo romano, dalla vicinanza al municipium di Asolo. Lo stesso toponimo potrebbe riferirsi ad un proprietario terriero dell'epoca. Alcuni documenti medievali ricordano la presenza di un castello, forse sorto durante le invasioni degli Ungari; passato a diverse signorie locali, fu infine distrutto dopo la disfatta degli Ezzelini (XIII secolo). Nei pressi del fortilizio si trovava un ospizio con una chiesa, gestiti per un periodo dai Cavalieri di Malta.Nel 1339 Pagnano seguì le sorti della Marca Trevigiana e fu sottomessa alla Serenissima, la quale la assegnò alla Podesteria di Asolo. Ma questo paesello è in qualche modo legato anche alla figura del grande Antonio Canova. Qui, presso la bottega del Torretto, in eta molto giovane egli passò un breve periodo di apprendistato. Il fatto è testimoniato da una targa posta sulle mura di quella che si ritiene essere stata la bottega dello scultore pagnanese. L'edificio si trova presso la Chiesa di Pagnano. Il suo maestro fu appunto Giuseppe Bernardi detto il Torretto (1694-1773). Ecco come il Bernardi descrive Pagnano:" Visto a volo d'uccello nei suoi confini naturali, presenta il profilo di un'enorme valva di conchiglia con la cerniera a mezzodì ed il resto spiegato a ventaglio sul terrazzo gibboso che dalla piana risale dolcemente ai prossimi contrafforti prealpini. Una conca smeraldina a piano inclinato, rabescata di forre, di botri, di valloncelli erbosi."
LA CHIESA PARROCCHIALE
E’ la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Fu fondata intorno al secolo XI ed è ciò che probabilmente rimane dell’originario castello. Non si chiamava così in origine perché la chiesa era dedicata a San Teonisto. Furono i cavalieri di malta, detti anche “Giovanniti” che ne mutarono il nome in onore al loro santo patrono. La sua facciata però è settecentesca e all'interno della chiesa numerose e notevoli sono le opere del Bernardi e del Torretto, capostipite della scuola pagnanese alla quale si formò anche il Canova.
I CAVALIERI TEMPLARI A PAGNANO
La chiesa parrocchiale come abbiamo visto fu fondata di fatto dai cavalieri templari. Gli storici sanno che centri abitati denominati “pagani,Pagano,Pagnano,dei Pagani,di Pagana” o simili, son diffusi ovunque. Si tratta di villaggi denominati pagus non ancora cristianizzati che resistevano con le loro pratiche pagane. Fu forse proprio qui in queste zone che il Vescovo di Treviso mandò i cavalieri allo scopo di liberare queste popolazioni da pratiche pagane. Per la verità ad oggi però non esiste alcun documento di origine templare. Ma l’appartenenza ai Templari di questi insediamenti è però provata dal ritrovamento sotto il pavimento della chiesa di due tombe con lapide, in particolare quella di un cavaliere alto ben un metro e novanta il cui corpo venne ritrovato ben conservato.
Scendiamo ora dalla chiesa per via Torretto facendo circa 400 metri e poi all’incrocio noi teniamo la destra. Di lì a circa 100 metri e appena dopo aver passato il ponte sul Muson, ecco l’Antico Maglio di Pagnano.
L’ANTICO MAGLIO DI PAGNANO
Con il termine maglio si indica in genere, un grosso cilindro di acciaio pesante che, azionato meccanicamente, si usa per lavorare il ferro a caldo e per stampare metalli, una sorta di martello meccanico quindi! Quello di Pagnano è una architettura rurale risalente al 1400, come tra l’altro testimoniato da una data incisa in una pietra dell'edificio. La sua struttura architettonica è rimasta pressochè intatta e l'officina ha sfruttato le ruote ad acqua per muovere il maglio usato per la lavorazione del metallo fino ai primi anni '70.
Le due ruote a pale in legno sono inserite in canalette a tromba idroeolica, di leonardesca memoria. Esse sfruttano l'acqua proveniente dal vicino torrente Muson lungo il quale, nel passato, fiorivano numerosissime attività che sfruttavano la forza motrice a ruote, quali molini, folli e magli.L'officina sorta, attorno al 1470, come maglio cambiò destinazione d'uso tra il 1600 ed il 1800, diventando un follo per la lavorazione dei panni, funzionale ad un probabile filatoio delle vicinanze. All'inizio del 1800, anche a causa delle profonde trasformazioni avvenute nel territorio con le riforme Napoleoniche, l'edificio venne acquistato da un certo Valentino Colla, fabbro ferraio, e l'attività artigianale di lavorazione del ferro battuto passò di generazione in generazione agli eredi fino a qualche decennio fà allorquando venne abbandonata. (Tutte le notizie sono tratte da www.magicoveneto.it)
Pagnano dicevamo sorge nei pressi del torrente Erega. Di seguito ecco una mappa che ne disegna il percorso.
Lasciamo ora il Maglio di Pagnano alla nostra destra e saliamo, oltrepassiamo il ponte sul muson e giriamo quindi a destra su via Carregiate. Inizia il nostro percorso verso l’area delle sorgenti del Muson. Siamo nella valle delimitata a sud dalle colline di Asolo e a nord dalle colline di Monfumo. Sulla strada paesaggio “quasi toscani”, con la significativa presenza di colli adornati da cipressi.
Facciamo sulla provinciale in leggera salita circa 1,6 km e all’incrocio giriamo a destra. Oltrepassiamo un nuovo ponte sul Muson, e teniamo la nostra sinistra. E’ in queste zone che le acque che scendono dai colli circostanti si raggruppano sino a formare il torrente Muson. Qui finirebbe in sostanza il nostro percorso iniziato nei pressi di Resana. “ Siamo venuti a vedere le tranquille zone ove si forma un fiume nervoso, irto di insidie per le sue continue piene, ora però di molto contenute rispetto al passato, grazie alla realizzazione di canali di scolo e salti d’acqua. I salti d’acqua, come mi spiegava una simpatica signora da queste parti incontrata hanno però forse rallentato troppo il corso del torrente sino a farne diventare alcuni tratti quasi uno stagno acquitrinoso.”
Non mi fermo qui, da lontano ho visto una bellissima chiesa posta su un colle. E’ Monfumo. E’ il caso di chiudere in bellezza questo bel viaggio.Continuiamo quindi la nostra pedalata con un po’ di pazienza, ci aspetta un po’ di strada in salita, ma arricchita da belle vedute.
Facciamo così circa 3 km e arriviamo dunque nella piazza centrale di Monfumo. Alla nostra destra il Municipio.
Alla nostra sinistra la bellissima Osteria alla Chiesa.
E davanti a noi e in alto, la chiesa parrocchiale.
Ma la fatica non è finita, ci aspetta una salita breve ma mozzatafiato per andare a vederci il tutto d’alto, dall’alto del complesso della chiesa. Saliamo su via Chiesa per circa 300 metri e quindi eccoci.
Riposate un po’ le gambe scendiamo per un po’ sino a a scorgere sulla nostra sinistra una stradina che si inoltra entro un bel boschetto. Poco oltre un capitello votivo …
E quindi una indicazione…
Stiamo per raggingere l’osservatorio geografico denominato “ il monte”. Un luogo soprendente, il puno più alto da dove è possibile osservare a 360 gradi i monti e i luoghi tutto attorno.
Potremmo anche, grazie a delle incisioni poste su tralicci di legno, dare un nome a tutto ciò che vediamo: la mia passione! E qui ci fermiamo, è tempo di finire il nostro viaggio e ammirare tutto!