LA PIAVESELLA DI NERVESA
da Nervesa a Treviso in bicicletta
Caratteristiche tecniche Lunghezza: 26 km Tempi di percorrenza: 2 ore Stagioni: tutte
IL CANALE PIAVESELLA
La Piavesella di Nervesa è un corso d'acqua della provincia di Treviso. È una delle tre diramazioni (le altre due sono il canale della Vittoria e il canale della Vittoria di Ponente) del breve canale che, all'altezza di Nervesa della Battaglia, preleva circa 25 m³ di acqua al secondo dal Piave, da cui il suo nome: Piavesella appunto! Si immette nel Botteniga poco prima del centro storico di Treviso. E’ lungo poco più di 26 km.
Poiché non è un fiume di risorgiva,ma un canale artificiale, si mostra visibilmente torbido sicché lo stesso Cagnan Grande, diramazione del Botteniga, gettandosi poco dopo nel Sile, crea un interessante fenomeno per cui le acque limacciose dell'uno a fatica si mescolano con quelle trasparenti dell'altro.
La realizzazione del canale fu decretata l'8 agosto 1447 per irrigare le aride terre tra Treviso e il Piave. Secondo alcuni storici l'attuale Piavesella è identificabile con quello di un antico corso del Piave che da Nervesa si dirigeva a Treviso: "... è ormai assodato che in tempi remoti il Piave si accompagnava al Sile seguendo da Nervesa il corso dell'odierna Piavesella ..." (I.Nono, 1931).Tuttavia, fu sfruttata anche per il trasporto del legname e, soprattutto, per muovere mulini, segherie e opifici e, a partire dal Novecento, venne potenziata e vi furono installate anche alcune centrali elettriche. Il primo progetto per un nuovo e più ampio canale, con maggior portata d'acqua, basato sull'antico alveo della Piavesella, risale al 1447 ad opera del notaio e nobile trevigiano Michele da Villorba. E' di pochi anni successivi, del 1507, la relazione di Fra' Giocondo che descrive le caratteristiche fisiche e tecniche della Piavesella.
Nel 1590 si formò, per lo sfruttamento di questo corso d'acqua, anche un consorzio volontario tra i paesi limitrofi (il Consorzio della Piavesella) e fu così che in questa parte del territorio trevigiano delimitata a nord dall'abitato di Visnadello, ad ovest dalla strada Pontebbana e a sud dalla Postumia romana, tra il '600 e l'800 troviamo, posti a cavallo del corso d'acqua della Piavesella e nel raggio di alcuni chilometri, numerosissimi opifici, tra cui ben quattro cartiere tutte proprietà del patrizio veneziano Gritti, ma anche battiferro, segherie, folli da panni. Tra i più antichi siti archeo-industriali della Piavesella va sicuramente citato il sito della Cartiera Marsoni che vede il suo continuativo impiego fin dal 1468. L'antichissima "Cartara da carta strazza" divenne poi nell'800 la Cartiera Marsoni che è ancora attiva e che conta oggi oltre 200 addetti. La Piavesella con il suo percorso parallelo alla direttrice Pontebbana (la S.S. n° 13), diventerà poi l'asse portante della prima industrializzazione di questo dopo-guerra, anche grazie alla presenza lungo il suo corso di alcune officine elettriche.
Ancora nel 1913 rappresentava il secondo corso d'acqua artificiale della provincia, dopo la Brentella, per la presenza di attività industriali con 22 impianti idraulici e 42 industrie che davano lavoro a circa 1.600 operai. Non a caso, ancor oggi attraversa alcune zone industriali (quelle di Nervesa della Battaglia, Arcade, Spresiano, Villorba).
E allora partiamo! Ci troviamo a Nervesa della Battaglia.
​
NERVESA DELLA BATTAGLIA
Il toponimo si ricollegherebbe al nome latino Nerva o Nervinius, forse un proprietario dell'epoca romana . La presenza della civiltà romana è attestata dai numerosi reperti: nei pressi dell'abbazia di Sant'Eustachio furono ritrovate una colonna e la sepoltura di un liberto, risalenti al I secolo d.C. Si ipotizza che sul luogo sorgesse un fortilizio, mentre il territorio sottostante era coinvolto nella centuriazione di Treviso.
​
Nervisia viene documentata per la prima volta in una bolla imperiale del 954, nella quale Ottone III donava il territorio ai conti di Treviso, i Collalto. La storia di Nervesa rimarrà a lungo legata a questa famiglia, che avevano sede nei vicini castelli di Collalto e San Salvatore, presso Susegana.
Furono proprio alcuni rappresentanti della casata a fondare, nell'XI secolo, l'abbazia di Sant'Eustachio e, più tardi, la certosa del Montello. La prima va ricordata come notevole centro di cultura che ha ospitato diverse personalità quale Giovanni della Casa, che qui compose il suo Galateo. La Serenissima giunse nella zona nel 1339, ma è solo sul finire del secolo che avrà il controllo definitivo sul Trevigiano. Dal 1470 il Montello fu vincolato come patrimonio boschivo riservato all'Arsenale, con pene severissime contro lo sfruttamento di frodo. Caduta la Repubblica, seguì un periodo di instabilità politica sino all'istituzione del Regno Lombardo-Veneto. Con l'entrata del Veneto nel Regno d'Italia il bosco del Montello perse la sua secolare tutela: la legge Bertolini del 1892 lo divise in appezzamenti da concedere alle famiglie più indigenti, ma lo sfruttamento fu incontrollato e provocò danni irreparabili all'equilibrio ambientale. Secondo gli intenti della stessa legge, inoltre, il disboscamento avrebbe portato a nuovi fondi da sfruttare per l'agricoltura, ma la naturale acidità del terreno e il notevole carsismo vanificarono questi scopi. Gli abitanti rimasero poverissimi, tanto da essere soprannominati bisnent, "due volte niente". La situazione si aggravò dopo la Rotta di Caporetto e lo spostamento del fronte presso il Piave. Nervesa venne così rasa al suolo dai combattimenti, specie durante la Battaglia del Solstizio combattuta nel giugno del 1918. A questi eventi sono legati l'appellativo "della Battaglia", aggiunto sotto il Ventennio, e la realizzazione del Sacrario del Montello.
Bene, dopo aver fatto una semplicissima conoscenza del luogo in cui ci troviamo è ora di partire. Diamo le spalle al Municipio, attraversiamo il semaforo e proseguiamo in direzione est su via Lungo Piave Gerolamo da Bologna. Alla nostra sinistra il Piave. Una volta percorsi circa 500 metri sulla nostra sinistra vediamo un imponente sistemi di sbarramenti.
E’ il luogo ove nasce il Canale Piavesella ma anche il Canale Priula e luogo in cui anche il Canale della Vittoria di Ponente dopo aver prelevato acqua del Piave più a nord inizia il suo percorso verso ovest. Procediamo ancora per altri 400 metri e quindi teniamo la destra su via Brigata Piacenza.
Procediamo su questa via per circa 400 metri: ed ecco il nostro primo incontro con il canale.
Avanti ancora 200 metri e sulla nostra sinistra l’imponente struttura…
Scendiamo per circa 600 metri e quindi a sinistra in via Platone. Alla curva teniamo la destra e procediamo in via Mur dei Pastri per altri 700 metri.
( Ossario di Nervesa visto da Via Pastri )
Andiamo ora a sinistra in via Granze per 900 metri. Rieccoci al canale. Attraversiamo il ponte e subito a sinistra su via Madonnetta. Di lì procediamo per circa 1,2 km. Ora il canale scorre alla nostra sinistra ed è bello fermarsi ad ammirare qualche buono scorcio mentre le acque svoltano decisamente alla nostra sinistra.
Poco più avanti siamo in località Madonnetta!
MADONNETTA
Entriamo ora in via Gravoni e procediamo per 1 km. Teniamo ora la sinistra in via Trieste. Circa 400 metri più avanti su un nuovo ponte attraverseremo di nuovo il canale
Circa 1 km più avanti terremo la destra sfruttando una piacevole ciclabile delimitata da una bella staccionata di legno. Stiamo sfiorando il centro di Spresiano. Seguiamo il suo percorso per 900 metri e quindi usciamo a destra per altri 700 metri ed eccoci di nuovo al canale: questa volta una piacevole edicola ci indica il corso del fiume.
Procediamo ancora per altri 700 metri. Arriviamo ad un incrocio: questa volta è un capitello ad indicarci la via.
Circa 1,3 km più avanti siamo n località Venturali. Pedaliamo a sud per altri 400 metri e quindi a sinistra sulla principale. Così fino al semaforo. Ora teniamo la destra e circa 100 metri più avanti andiamo a sinistra in via Isonzo. Nella prima parte della nostra pedalata il canale ci scorre a destra, ma ci allontaneremo presto dal suo corso purtroppo. Fate attenzione a non seguire la stradina sterrata che ci sembra portare a bordo fiume. Poco più avanti è senza uscita e se terrete la traccia vi ritroverete in una casa privata… Procediamo su via Isonzo per 900 metri e quindi a destra in via Spinelli per 1,5 km. Attraversiamo la strada e ancora a sud per 600 metri. Ora a destra sulla principale sino alla rotonda che faremo tutta entrando quindi a sinistra. Avanti ancora per altri 500 metri e subito a sinistra giù dalla rotonda ecco il passaggio che ci porta in una piacevole area attrezzata.
Pedaliamo così per altri 800 metri ed eccoci ad un piacevolissimo ponte che ci porterà sul lato sinistro del canale.
Procediamo ancora per altri 400 metri e attraversiamo la strada seguendo ancora il corso del canale per altri 1,1 km. Attraversiamo la Pontebbana: siamo in località Carità. Procediamo sulla ciclabile lastricata per circa 300 metri e ora attraversiamo il ponte sulla nostra destra. Entriamo a sinistra in via San Martino per 200 metri e quindi ancora a sinistra per altri 100 metri: ora a sinistra ancora per altri 100 metri. Ora tenendo la nostra destra entriamo in via Fratelli Bandiera e la facciamo per circa 400 metri e quindi sempre dritti potremmo affrontare il lato sinistro del canale su una bella ciclabile.
Scendiamo per circa 1,2 km, e passiamo sull'altro lato del canale finendo nell’ area di parcheggio di un ipermercato. Ora teniamo la sinistra e teniamo la principale per 400 metri. Ora usciamo sulla trafficatissima viale della Repubblica. Avanti per altri 900 metri. Entriamo a sinistra in via del Da Prata. Avanti per 200 metri e ora a sinistra in via Fonderia. E’ circa 300 metri dopo che incontreremo il canale ormai alle porte di Treviso. Poco più avanti il fragore della “cascata” d’acqua di una centrale idroelettrica.
Procediamo sulla principale ( via Piavesella ) per altri 400 metri e ora a destra in strada comunale corti per altri 300 metri. Ora a sinistra per qualche metro e quindi a destra per altri 300 metri. Ecco un ponte sulla nostra destra. Lo prendiamo e poco oltre ci ritroveremo in via San Pelajo ove gireremo a sinistra e procederemo per altri 1,2 km. Siamo ora in viale Cairoli ove gireremo a destra. Avanti ancora per altri 400 metri e siamo arrivati sul ponte che dà sul fiume Botteniga ( qualche metro più a nord, nascosto dalle case il nostro corso d’acqua ha terminato la sua corsa buttandosi sul Botteniga ). Qui si chiude il nostro viaggio durato 26 km.