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DA SALETTO  A PONTE  DI PIAVE

 

CARATTERISTICHE TECNICHE Lunghezza: 16 km.  Tempi di percorrenza: 1 ora e mezza. Stagioni: solo le stagioni asciutte.

Il nostro percorso ha inizio nel bel piazzale della Chiesa di Saletto. Guardando la chiesa corriamo sul suo lato destro ed entriamo in via Chiesa. Di lì per 0,1 km, attraversiamo la provinciale e scendiamo in Via del Passo per altri 0,4 km fino ad incontrare un’area ampia adibita a parcheggio in prossimità del fiume Piave. E’ questo, uno dei più interessanti accessi al fiume , anche perché posto ormai a ridosso della zona nella quale il fiume restringe il suo letto fino a diventare più avanti un vero e proprio ampio canale. 

Tornando qualche metro sui nostri passi, e dando le spalle al fiume potremmo osservare una staccionata di legno e un simpatico divieto di accesso.

Stiamo per entrare in una delle zone più selvagge del Piave… zona molto affascinante  anche perché poco frequentata . Il percorso che faremo ora ha struttura pressoché circolare perché ad un certo punto sarà il fiume a dirci che dobbiamo invertire la marcia e tornare al punto di accesso iniziale ( la sbarra). Ma ne vale la pena. Qui il fiume assume decisamente una colorazione verde ed un ritmo calmo e rilassante. Direi che qui vicino il fiume assomiglia moltissimo ad un laghetto di montagna. 

La nostra pedalata qui sarà molto dura dato il terreno sabbioso e ricco di ciotoli di grosse dimensioni che affaticano di molto il nostro passo.Trascorsa la nostra bella mezzora in compagnia di queste piante e di questa acqua è tempo di invertire la marcia per un ultimo sguardo al fiume .

E  … una bella pulita alla bici non è vietata. Le ruote ed i cambi ve ne saranno grati. Saliamo a piedi e torniamo presso la sbarra. Di lì torniamo da dove siamo venuti, ma appena fuori del parcheggio teniamo la sinistra. Continuiamo su via del Passo per altri 0,4 km ( la stradina e asfaltata e piacevole) e quindi sull’argine il cui inizio è segnato da due pilastri segnavia.

Lì giriamo a destra e facciamo altri 0,2 km circa fino alla provinciale. Giriamo a sinistra e percorriamo la stessa per altri 0,5 km circa. ( Fare massima attenzione: qui le auto ed i camion sfrecciano davvero !) . Giriamo quindi a destra in via XXIV Maggio. Procediamo per  circa 0,8 km fino a giungere alla chiesa parrocchiale della frazione di San Bartolomeo. Facciamo circa 0,3 km fino a giungere ad un piccolo incrocio dove alla nostra destra sarà una piccola fontana ad accoglierci. Cosa c’è di meglio di buona acqua fresca, sempre fresca come quella di queste fontane! E se poi l’acqua sembra fermarci allo scatto della tua macchina fotografica.. allora il meglio è fatto.

LE CAMPAGNE DI SAN BARTOLOMEO CAVRIE’ E FAGARE’.

Il Piave, da queste parti e in questa sponda non ha accessi che ne permettano una vista da vicino, almeno per ciò che riguarda il nostro viaggiare in bicicletta. Meglio una bella deviazione ad arricchire il nostro patrimonio di verde: sono le campagne tra Cavriè, San Bartolomeo e Fagarè.

Lasciamo alle nostre spalle la Chiesa di San Bartolomeo e dirigiamoci a sud fino a via Acquicciola. Li giriamo a destra. Procediamo per circa 0,6 km e all’incrocio giriamo a sinistra su via Indipendenza. Si fanno altri 0,3 km fino a giungere in via Molino. Lì giriamo a sinistra e fatti altri 0,5 km giungiamo al ponte sul fiume Meolo. Un mulino ci accoglie in maniera stupenda! E’ il mulino Marchesini.

Lasciamo il mulino e procediamo avanti per circa 2,3 km. Siamo immersi nel verde rigoglioso di queste campagne! Giungiamo fino all'incrocio ove finisce via Giacomini. Siamo ormai giunti presso la frazione di Cavriè, il cui centro è anticipato alla nostra destra da una splendida villa: è villa De Rossi.

Giriamo ora a sinistra e 0,1 km più avanti sulla nostra destra ecco la parrocchiale di Cavriè.

Lasciata la chiesa alla nostra destra e ripresa la strada principale giriamo poco oltre a sinistra su via Valdrigo. E’ la direzione del nostro ritorno verso il Piave. Un piccolo viaggio in mezzo a verdi campagne accompagnate qua e là da splendidi cascinali e da fossati curati davvero “ a fiori”.

Giungiamo dopo 2,4 km nella “ bene augurante “ via Cucca ove giriamo a sinistra. Poco oltre una splendida chiesetta a far punto di riferimento.

( non mi risulta chiaro a chi sia dedicata, ma garantisco che il blu del frontone vale l’attenzione dei nostri occhi). Si fanno altri 0,7 km e si giunge su via Paralovo. Lì giriamo a destra e quindi facciamo altri 0,1 km ed entriamo in via Cal Bassa a destra. Procediamo per 1,0 km circa fino a giungere sulla provinciale ( Via Argine Piave).Facciamo circa 1,3 km sulla provinciale e all’altezza di un bivio attraversiamo la strada e scendiamo nella stradina sterrata segnalata da una sbarra. 

Stiamo tornando a ridosso dell’argine del Piave. Sarà una stradina sterrata molto protetta dai rovi a guidare il nostro cammino per 1,3 km. Giunti a ridosso del grande ponte sul fiume, esattamente sotto di esso, saliamo a destra per circa 0,3 km. Saliamo e giriamo a sinistra sulla statale e attraversiamo il ponte che anticipa la località di Ponte di Piave. 

Veramente imponente questo ponte! Misura circa 0,5 km. Fatto il ponte e dritti per altri 0,6 km giungiamo nel centro del paese di Ponte di Piave. Siamo arrivati!

PER SAPERNE DI PIU'

IL FIUME MEOLO

Il Meolo è un corso d'acqua del Veneto. Nasce ad est di Breda di Piave, in località Campagne, e scorre per una ventina di chilometri nelle province di Treviso e Venezia, attraversando, tra gli altri, San Biagio di Callalta e Monastier di Treviso. Poco dopo l'abitato omonimo le sue acque sfociano in parte nel canale di bonifica Colatore Principale e in parte, per mezzo di un manufatto che scavalca il precedente corso d'acqua, nel canale Fossetta che fiancheggia la Strada Statale 14 della Venezia Giulia. Il fiume alimentava fino a qualche decennio fa una fiorente attività molitoria.

Storia di S.Biagio di Callalta 

Nel territorio di San Biagio di Callalta sono venuti alla luce reperti risalenti al periodo paleoveneto. Il primo agglomerato della futura S.Biagio cominciò ad acquisire importanza con i Romani e con la costruzione della via che lo attraversava. Molte vestigia risalenti a quell'epoca sono state rinvenute in vari siti: frammenti fittili a Rovarè, un'anfora vinaria ed un'urna funeraria a Spercenigo, una tomba ad incinerazione a Ca'Lion. San Biagio deve il suo nome sia alla devozione del santo omonimo (vescovo e martire) sia alla strada militare "Callis Alta" (l'odierna SS. 53 'Postumia'), costruita in epoca tardo romana, dopo che era stato cancellato il tracciato dell'antica via che univa i municipi di Tarvisium e Opitergium. In epoca tardo romana (III-IV secolo d.C.) sono nominati due siti presenti nel territorio di S.Biagio: Prandecinum (dove secondo la leggenda sorgeva la 'Fortezza di Prando', soldato di Altino) corrispondente all'attuale Rovarè, e Caurillium (probabilmente 'recinto o pascolo per le capre') corrispondente all'attuale Cavrie. Con l'avvento del cristianesimo, nei due siti sorgono due chiese: S.Maria de Caurillium, una delle prime chiese nominate come appartenenti alla nuova Diocesi di Tarvisium e S.Lorenzo a Prandecino, distrutta nei primi decenni del 1800 .Sul finire del X secolo, i territori della futura S.Biagio fanno parte della zona d'influenza della potente Abbazia di Monastier. L'opera dei benedettini portò allo sviluppo degli abitati di Rovarè, Fagarè e S.Andrea di Barbarana. La Callalta divideva il territorio di S.Biagio in due parti: la parte a Nord apparteneva alla Zosagna di Sopra e comprendeva le località di Cavrie, Valdrigo, Camporocoler, S.Biagio, Campolongo, Fagarè, Volta di Fagarè e Villatella, la parte a Sud apparteneva alla Zosagna di Sotto e comprendeva Spercenigo, Bagnon, Rovarè, Riva de Perdencin, Nerbon, S.Florian e Villa Cucca. Durante il periodo di appartenenza alla Repubblica di Venezia S.Biagio godette di relativa tranquillità e sul suo territorio furono costruite magnifiche ville, erette dai nobili e dai patrizi della Serenissima. Alcune di esse sono sopravvissute fino ai giorni nostri: Villa Navagero-Erizzo a Rovarè costruita alla fine del '600 , Villa Mariani e Villa Marzotto-Caotorta a Spercenigo e Villa De Rossi a Cavrie. Dopo il periodo napoleonico e quello austriaco, il Comune di S.Biagio mantenne una configurazione stabile, identica a quella odierna. Ma l'avvenimento storico di gran lunga più importante accaduto a S.Biagio è la Battaglia del Solstizio durante la Grande Guerra, che ha investito i luoghi e la gente lasciando segni e ricordi indelebili. Ai caduti della Grande Guerra è dedicato il Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia.

 

Toponomastica. Alcuni nomi di frazioni e località sono riportati qui perchè mantengono traccia delle origini e dell'evoluzione dei centri abitati. Fagarè deriva dal latino fagus (faggio) e fagaretum (faggeto, bosco di faggi) Rovarè deriva dal latino robur (quercia, rovere) e roboretum (rovereto, bosco di querce). Cavrie forse è l'antica Caurilium poi citata come Caurille, il cui etimo può essere legato alla parola capra. Spercenigo era chiamata Sperzenigo ai tempi della Serenissima, il nome deriva dal latino 'super coenum vicus' (villaggio sopra il fango o palude). Ca'Lion deriva dal nome dell'antica famiglia dei Lion che su quelle terre viveva. Villa Cucca da cui deriva il nome della Via Cucca, era un antico villaggio lungo la Callalta. Qui esisteva Villa Savorgnan distrutta verso il 1830, ricostruita nel corso dello stesso secolo (forse col nome di Villa Cucco), poi scomparsa durante la grande guerra.( notizie tratte dal sito http://www.calion.com/comuni/sbiagio/storia.htm)

PONTE DI PIAVE :  una storia di ponti.

La storia di Ponte di Piave è sempre stata caratterizzata e condizionata dalla vicinanza con il Piave ed importantissimo, per la nascita dell'attuale assetto amministrativo e geografico, fu il cambio di corso del fiume avvenuto nel 1500. Nel medioevo la "Callalta" (strada alta) era la più importante via di comunicazione tra Treviso, Oderzo ed il Friuli Venezia Giulia e l'attuale via Postumia ne ricorda l'antico percorso. La via, all'epoca, era interrotta solo in prossimità del Piave e così nella prima metà del 1200, per deliberazione del Comune di Treviso, venne costruito, in località Barbarana (attuale paese di S. Andrea di Barbarana), un ponte in legno mentre a capo di quest'ultimo, sulla riva trevigiana del fiume, venne eretta anche una torre attraverso la quale era obbligatorio transitare. Nello stesso periodo i monaci benedettini dell'abbazia di S. Maria del Pero (sita in Monastier di Treviso) costruirono, dove ora si trova l'Oratorio dedicato alla Madonna Addolorata nel Borgo Sottotreviso, una chiesa dedicata a S. Andrea. La località comprendente, quindi, la chiesa di S. Andrea e la torre del ponte veniva anticamente indicata come Barbarana, S. Andrea di Barbarana o Località del Ponte e si trovava alla destra del Piave (l'attuale "Fossa Bruna" segue all'incirca il percorso del Piave antecedente il suo cambio di corso). Nello stesso periodo, inoltre, l'appellativo Ronchi/Ronche indicava quella porzione di territorio alla sinistra del Piave, controllata dalla Podesteria di Oderzo, in cui sorgeva la chiesa di S. Tomaso di Canterbury (si trovava dove ora c'è l'attuale chiesa di Ponte di Piave) che apparteneva all'importante pieve di S. Romano di Negrisia. Con il termine Ronchi/Ronche veniva indicata quell'area che poi diventerà Ponte di Piave. Nella prima metà del 1500 la chiesa di S. Andrea, a causa dei continui straripamenti del Piave, fu definitivamente spostata nell'odierna località di S. Andrea di Barbarana mentre sulle rovine della chiesa benedettina venne eretto il sopra citato Oratorio dell'Addolorata (il quale rimase sotto il controllo della nuova chiesa di S. Andrea). Un tempo, quindi, gran parte dell'attuale Ponte di Piave si trovava alla destra del fiume ma verso la fine del 1500 un'ennesima piena ne spostò definitivamente il corso lasciando la torre e l'Oratorio alla sua sinistra; tale zona, in ricordo dell'originaria dipendenza dalla Podesteria di Treviso, prese il nome di Borgo Sottotreviso. In seguito, tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, la chiesa di Negrisia perse la sua importanza a vantaggio della pieve di Ronchi/Ronche. Ponte di Piave nacque verso la metà del 1800 e nel 1866 il Borgo Sottotreviso passò al Comune ed alla Parrocchia di Ponte di Piave, cessando l'antica dipendenza da S. Andrea di Barbarana. Oggi Ponte di Piave, pur essendo in zona di vocazione agricola, e' anche un centro industriale e artigianale. Lo scrittore contemporaneo Goffredo Parise scelse di abitare a Ponte di Piave e ne divenne cittadino onorario. Alla sua morte lasciò al Comune l'abitazione che, in base alle sue volontà, e' attualmente destinata a fondazione e attivo centro di cultura. E oggi la visita di Ponte di Piave muove proprio  dalla Casa di Cultura Goffredo Parise, nel cui giardino sono conservate le ceneri dell'autore.( notizie tratte da http://www.pontedipiave.com).

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