DA FENER A BIGOLINO
CARATTERISTICHE TECNICHE Lunghezza: 12,0 km. Tempo di percorrenza: 1 ora :caratteristiche generali: tratto molto vario con diversi scenari, dalla salita alla discesa al recupero di luoghi storici. Stagioni consigliate: meglio le stagioni asciutte soprattutto per i tratti impervi nelle vicinanze del Piave a Bigolino.
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Il nostro punto di partenza è posto in pieno centro storico di Fener. Un bellissimo centro , ricco di case e “monumenti” ben conservati. E’ piccolino, ma proprio questa è la bellezza di questo centro a ridosso del grande Piave. Siamo in Via Dante Alighieri e poco dopo prendiamo alla nostra sinistra, scendendo leggermente, via Papa Giovanni. Fatti 0,35 km e superata sulla nostra sinistra la stazione ferroviaria di Fener, giriamo a sinistra, superiamo il passaggio a livello e poi subito a destra entro un tratto segnalato da una grande sbarra.
Tenendo la principale e scendendo quindi più avanti a sinistra prima di una sbarra che ostruisce il passaggio, possiamo visitare il parco sul fiume Piave, sede un tempo tra le altre cose, di grandi eventi musicali (Nomadi, Modena City Ramblers solo per citarne alcuni). Invertiamo la marcia e torniamo sui nostri passi facendo il percorso inverso. Una volta superato il passaggio a livello però procediamo dritti in salita nell’ultimo tratto di via Papa Giovanni fino ad incrociare la statale ( fatti altri 0,5 km).
ALANO E FENER : UN PO’ DI STORIA Le origini del comune sono incerte; quel che è sicuro è che vi dovevano essere degli insediamenti nella zona già in età romana: lo confermerebbe il ritrovamento di un miliario romano a Fener. Secondo il Pilla, il reperto sarebbe appartenuto al prolungamento della via Aurelia che congiungeva "Patavium" (Padova) ad "Acelum" (Asolo). La prima attestazione di Alano - la cui etimologia andrebbe ricondotta, secondo alcuni, all'orda barbarica degli Alàni, lì calati dal Nord, e, secondo altri, più modestamente, alla lavorazione della lana, un tempo assai diffusa nella zona - si trova in un documento dell'VIII secolo. Successivamente, a partire dal X-XI secolo, le notizie sulla comunità s'infittiscono: la confusione presente nelle carte del tempo è la chiara conseguenza del continuo succedersi di governi diversi nel controllo di Alano e dei territori limitrofi, costantemente contesi tra i vari signori di Feltre e Treviso. Tuttavia gli alanesi non subirono soltanto i tristi effetti di queste lotte: dovettero sopportare infatti i combattimenti - che si trascinarono fino agli inizi del '500, al tempo della guerra di Cambrai - per il possesso della trecentesca fortezza di Castelnuovo, dalla quale si dominavano le vie stradale e fluviale. Ciò nonostante la gente del posto, dedita per lo più alla pastorizia, dato lo scarso reddito che derivava dall'agricoltura, assai difficile in un territorio così vario e poco pianeggiante, attraversò per tre secoli a partire dai primi decenni del '500 dei periodi tranquilli e fiorenti; si specializzò sempre più in fruttuose attività artigianali quali la lavorazione della lana e del ferro e la produzione di calce. La vicinanza del Piave fece di Fener un discreto centro di commerci. I drammatici avvenimenti che durante il primo conflitto mondiale si svolsero nella conca di Alano - situata in zona neutra e pertanto colpita dalle artiglierie austriaca e italiana ad un tempo - ne devastarono letteralmente il territorio. Gli alanesi guardarono così all'Europa e alle Americhe, verso cui emigrarono numerosi come avevano fatto i loro antenati tra l''800 e il '900. Non meno tragici furono gli anni del secondo conflitto mondiale, seguito anch'esso da un cospicuo flusso migratorio diretto verso il Belgio, la Germania e la Francia…
Giriamo a sinistra e percorriamo la statale per circa 0,2 km fino alla rotonda. Prendiamo la terza uscita e attraversiamo il Piave sul grande ponte di Fener. ( il ponte misura circa 0,5 km ). Finito il ponte giriamo a destra e percorriamo la statale per circa 1,3 km fino ad incontrare sulla nostra destra una stradina asfaltata che scende. Lì giriamo a destra (Via Narancon) e dopo una ripida ma breve discesa di 0,15 km teniamo la sinistra ( ora la strada assume il nome di Strada Galeotta) e procediamo in mezzo ai vigneti per circa 1,9 km. Si giunge quindi, dopo una breve salita e poco dopo aver attraversato un piccolo ponte, all’incrocio. Lì prendiamo la destra e procediamo. Siamo in Via Cal delle Piere. La strada, dapprima asfaltata si fa poco dopo sterrata ed in discesa. Trascorsi circa 0,25 km, ci imbattiamo in un capitello votivo. Lì teniamo la sinistra e procediamo per altri 0,25 km fino a raggiungere una piccola centrale elettrica. Noi appena superata la stessa teniamo la sinistra e ci addentriamo nella campagna che ora offre una vegetazione sempre più fitta e una traccia sempre più incerta.
Da questo punto in poi, credo sia necessario far andare avanti il nostro intuito. Tra poco entreremo nella macchia sempre più fitta delle grave del Piave. Un trucco, un consiglio, è quello di tenere sempre il solco più battuto. Dopo circa 1 km in mezzo ai rovi giungeremo su una tratta meglio segnata e più ampia. Lì giriamo a sinistra. Stiamo entrando nell’area del Parco Naturale di Bigolino. Stiamo per affrontare 3 km di incanto e di paesaggio davvero bello. Di lì a poco rivedremo il Piave, qui limpidissimo!
Procediamo quindi fino ad incontrare il ponticello che segue. Occorre fare attenzione ed è consigliabile scendere dalla bici e proseguire per un breve tratto a piedi.
Finito il ponte teniamo la sinistra. Il sentiero è tra l’altro segnalato da apposite indicazioni poste sugli alberi. Giungiamo così a ridosso di un’area attrezzata.
Procediamo ancora un po’ e quindi al bivio che segue noi teniamo la sinistra.
Di qui in avanti, spazio alla fantasia, stiamo per arrivare nel cuore del Parco Naturale di Segusino. Percorriamolo fino in fondo facendo attenzione a non rompere le scatole a splendidi animali allo stato brado. Per il resto, più nessuna parola, solo immagini e suoni !
Facendo grande attenzione a non cadere in acqua (qui il Piave è davvero pericoloso) si giunge fino al limite dell’argine. Di qui non si può più procedere ed è quindi il caso di invertire la rotta. Dopo aver invertito la marcia seguendo la traccia principale, teniamo la nostra destra. Poco oltre passiamo un ponte e cento metri più in su giriamo alla nostra sinistra. Da qui inizia un tratto di salita abbastanza faticosa di circa 0,3 km, fino a giungere al capitello ove terremo la sinistra.
Procediamo altri 0,1 km circa e all’incrocio giriamo a destra sulla provinciale. Siamo in via Erizzo e di qui avanti per altri 1,0 km arriveremo in piazza a Bigolino. Siamo arrivati!