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DA CADOLA A LONGARONE

 

CARATTERISTICHE TECNICHE

Lunghezza: 16,5 km. Tempo di percorrenza: 1 ora e 20 minuti. Caratteristiche generali: tratto misto, in tutti i sensi, percorreremo statali, provinciali, sterrato, sentieri … 

“E’ la varietà, e per certi aspetti anche un po’ di sano e consapevole senso del rischio a caratterizzare questa tappa. Luoghi ben tracciati si alternano a “scorci di improvvisazione” da vivere tutti d’un fiato”.

GALLERIA DI IMMAGINI

 Il punto di partenza è posto nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale di Cadola, frazione di Ponte delle Alpi nonché sede municipale dello stesso Comune. 

CADOLA

Lasciata la Chiesa alla nostra sinistra, ci dirigiamo lungo la strada statale 51 per circa 0,5 km. Passiamo sotto l’autostrada e procediamo in salita per altri 0,7 km. In corrispondenza dell’immagine che segue giriamo a sinistra. Procediamo per un primo tratto ancora sull’asfalto per altri 0,5 km.

CADOLA

Qui la strada diventa sterrata per circa 2,0 km e poco oltre al bivio che segue scendiamo giù a sinistra. ( sulla nostra destra il viadotto).

INIZI STERRATO

Stiamo scendendo verso le grave del Piave, in mezzo ad un bosco fitto ed interessante. Occorre fare attenzione qui ai cambi di direzione. Si procede infatti prima a sinistra, poi a destra, ancora a destra e di nuovo a destra in poche decine di metri. In altre parole dobbiamo tenere sempre la direzione ovest, nord-ovest. Dopo 2,0  km circa, annunciate da un’importante discesa di ghiaione, siamo sulle grave del Piave, e i paesaggi sono questi:

PAESAGGI

Attenzione però, di qui non si può proseguire, il nostro era solo un tentativo per andare a recuperare il “ senso “ del fiume, che da qualche chilometro non avevamo che intravisto. La direzione giusta per proseguire ci costringe a fare una inversione, una retromarcia e quindi, su sulla salita, riprendiamo la principale e dopo 0,2 km circa prendiamo il primo accesso alla nostra sinistra. Così sotto il bosco, sempre più profumato per circa 0,4 km e quindi al primo incrocio, con la vecchia strada sullo sfondo, giriamo a sinistra. 

VECCHIA STRADA

E via, ancora sotto il bosco con la strada sempre in leggera salita, ma ammirando splendidi esemplari di “ olivello spinoso”.

OLIVELLO SPINOSO

Inizia da qui un tratto molto bello, molto dolce, davvero rilassante ove si alternano aree soleggiate, corsi d’acqua, tratti di bosco. Una scorpacciata di serenità in mezzo al verde, un verde qua e là attrezzato con isolate panchine. 

PANCHINE

Ma riprendiamo la nostra strada … una grande sorpresa ci attende! Fatti altri 0,7 km, la strada si restringe e iniziamo  a correre su una passerella di ferro attaccata alla roccia, che ci porta dritti alla passerella presso la centrale di Soverzene: uno spettacolo con il fiume giù a dirupo in un bacino dai colori mozzafiato, così come questo piccolo tratto. ( Consiglio per i sofferenti di vertigini: scendere dalla bici, qui ci vuole abilità e grande sicurezza, non è proprio il caso di scherzare, una piccola incertezza e siamo giù in acqua con un salto di un paio di decine di metri .. ).

SOVERZENE

La temperatura qui, tra le altre cose, risente dello scorrere dell’acqua e delle rocce: davvero fredda, ma tanto accattivante se tutto intorno il termometro segna 38 gradi! Attraversiamo la centrale e usciamo a sinistra, per altri 0,3 km. Poco oltre notiamo sulla nostra sinistra una stradina sterrata che inizia con una forte discesa ( un consiglio : scendere dalla bicicletta qui non è facile tenere in equilibrio il nostro mezzo!). 

SOVERZENE

Finita la strada si passa sotto il ponte e si sale fino all’incrocio e teniamo la sinistra in salita sulla strada che ci porta verso Provagna. Ritorniamo sulla principale e quindi dopo circa 1,7 km salendo alla nostra destra ecco Dogna, altra micro frazione di Longarone. Scendiamo ora dal paese e ritorniamo sulla principale: ci aspetta lo “spettacolo” della diga del Vajont, che potremmo scorgere alla nostra destra sopra l’impetuoso suono del torrente.

LA DIGA

Fatti altri 1,4 km giriamo a sinistra sul ponte che attraversa il Fiume e ci dirigiamo su verso il centro di Longarone, fino a giungere dopo 1 km circa nel cuore di questo splendido paese, il vecchio e il nuovo Municipio, nonché il Museo del Vajont. Qui ci possiamo fermare, magari a mangiare un buon gelato: da queste parti come si sa, lo fanno davvero bene! Siamo arrivati!

LONGARONE IL MUSEO

PER SAPERNE DI PIU'

CADOLA: LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL ROSARIO  La  chiesa di Santa Maria del Rosario che oggi vediamo è del 1862. Essa fu progettata da Giuseppe Segusini, ma in precedenza, c’era  un altro edificio sacro costruito verso il 1570 sui resti di un’altra costruzione di epoca precedente all'anno mille. Oggi conserva opere di grande valore artistico come le tele di Cesare Vecellio e Francesco Frigimelica il vecchio. 

L’OLIVELLO SPINOSO Lo troviamo generalmente nelle zone costiere perché qui, il sale proveniente dal mare non permette ad altre piante più grandi di competere con esso per il territorio, però in Europa, lo si trova anche in zona subalpina, diciamo fino a circa 1500 metri di altezza e in luoghi molto soleggiati come gli argini dei fiumi. E’ una pianta medicinale dai cui frutti si estrae un succo molto ricco di vitamina “c”. E’ molto ricco altresì di aminoacidi, ecco perché è molto indicato dai nutrizionisti. I suoi frutti sembrano quasi delle olive, solo che sono gialli o arancioni.

 

PROVAGNA (BL) Posta sulle pendici della spianata che conduce a Longarone, sulla riva sinistra del grane fiume, è una frazione di Longarone; siamo a circa tre chilometri da Longarone. Anche qui, un paesino di poco più di 250 anime. Siamo esattamente a 466 metri sul livello del mare e appena sotto il Monte Toc..  La sua chiesa è dedicata ai ss. Fermo e Rustico. San Fermo martire è venerato come santo e martire dalla Chiesa cattolica ed è citato assieme a san Rustico già nel Martirologio geronimiano e successivamente nel Martirologio romano (risalente al XVI secolo). Di origini nordafricane, Fermo visse ai tempi dell'imperatore romano Decio, che aveva promosso, fra il 249 e il 251, una delle più dure persecuzioni contro la religione cristiana; Fermo morì di fame presso Cartagine e i suoi resti sono conservati a Verona. Appare estremamente difficile, nell'analisi delle vicende biografiche relative a Fermo, distinguere fra i pochi dati storici certi a disposizione e i numerosi elementi leggendari e romanzati. In particolare, due documenti storici sostengono che in realtà Fermo e Rustico non furono di origine africana, bensì bergamasca. Decapitati per motivi religiosi al di fuori delle mura di Verona ai tempi dell'imperatore romano Massimiano, i due vennero seppelliti a Cartagine; in un secondo momento le spoglie tornarono in Italia, passando per Capodistria e Trieste, e vennero infine riscattate dal vescovo Annone di Verona durante il regno longobardo. Probabilmente la venerazione in Italia delle figure di Fermo e Rustico è da inserirsi nella più ampia cornice della massiccia emigrazione di romani (e cattolici) residenti in Africa in seguito alle invasioni vandaliche guidate da Genserico nel 429; lo stesso patrono di Verona, San Zeno, era di origine nordafricana.

 

DOGNA  Siamo ormai a un chilometro e mezzo da Longarone e qui gli abitanti sono ben 163 su a 461 metri sul livello del mare. Anticamente denominata Villa La Duogna con riferimento all’omonimo rio che scendeva dalla montagna ( l’attuale rio Crose ), l’ agglomerato del paese si trova ad est del capoluogo (Longarone) su un terrazzamento addossato ai piedi della montagna che chiaramente fa capire come un tempo la parte migliore del territorio fosse riservata all’agricoltura e di conseguenza all’allevamento. Fin dall’antichità infatti, gli abitanti delle frazioni di Dogna, Provagna e Soverzene, che si trovano sulla sinistra della Piave, provvedevano al loro sostentamento con i prodotti ricavati dalla coltivazione delle terre del Monte Embulon ( la montagna sopra il paese ) e con il bestiame che qui portavano a pascolare. Il piccolo centro storico: Per quanto riguarda il paese nel suo centro storico, possiamo dire che le caratteristiche fondamentali del nucleo negli ultimi 170 anni si sono mantenute pressoché immutate come si può vedere se si raffrontano le mappe del Catasto del Regno  del Lombardo Veneto, con le mappe catastali odierne. Ma è anche vero che il paese conserva caratteri ancora più antichi, documentati dagli innumerevoli ritrovamenti di resti romani e medioevali. Ma chi arriva a Dogna, oltre al centro storico ancora ben conservato e unico nel comune dopo il disastro del Vajont può visitare:

 

La chiesa di San Giacomo è molto vecchia e per questo  è già menzionata nel 1574 in un documento l’ “Ecclesia Sancti Jacomi della Duogna”. La chiesa conserva anche un affresco con i Santi Sebastiano e Rocco e la Madonna del Carmelo.

 

La strada del Colomber che si incunea lungo il fianco sinistro della valle del Vajont ed è stata costruita tra il 1911 e 1912. Il tracciato, scavato a colpi di mina nella roccia, metteva in comunicazione prima del disastro, Longarone con Erto attraverso Dogna. Durante la prima guerra Mondiale le truppe di Erwin Rommel, la futura “Volpe del Deserto”, scendendo per questo percorso riuscirono a sorprendere le milizie italiane che dopo la Disfatta di Caporetto si ritiravano lungo la Piave, e fare 10.000 prigionieri, facendo guadagnare a Rommel un’ onorificenza al merito.

 

L’ ex latteria ora diventata centro sociale dove, oltre alla sala frazionale, è nata all’ interno del vecchio fabbricato grazie al lavoro del gruppo “ I ragazzi del Pilon”, un’ area museale con attrezzi e documentazioni che testimoniano l’ esercizio dell’ arte  casearia da parte dei soci della struttura.

 

In piazza del paese interessante ed unica nel territorio, una vecchia insegna del Touring Club Italiano, dove sono riportate informazioni del paese con relative distanze alla frazione di Provagna e al capoluogo di Longarone. ( notizie ricavate dal sito : www.longarone.net)

PROVAGNA
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